L.O.V.E.

Non pensavo sarebbe mai arrivato il giorno in cui avrei scritto una 2min, fluff per di più XD
Troverete – ahimè- tutti i clichè di questo genere di fanfiction.
E vi avviso: ho scritto questa storiella giusto perchè mi annoiavo e la trama mi è balenata in testa^^” La forma scritta non è delle migliori, né lo è la trama.
Mi è stata ispirata da questa canzone, che sono certa la maggior parte di voi conosca già :3 Le frasi che troverete scritte in corsivo, sono state riprese dal testo (nonostante ciò, non me la sentirei di definirla una song-fic^^”).
Un’ultima cosa: ignorate le lyrics del video che vi ho linkato.

Titolo: L.O.V.E.
Fandom: SHINee
Rating: Verde
Genere: generale; romantico; fluff
Pairing: 2min
Note: Flash-fic; AU; shounen-ai
Introduzione: Taemin davvero non capisce per quale motivo si sia preso una cotta per Minho, e Minho dal canto suo non sa proprio cosa farsene di Taemin.

L is for the way you Look at me

Minho era più grande, sicuro di sé e abituato a ricevere attenzioni.

Taemin era più piccolo, timido e rassegnato ad ottenere il meritato riconoscimento a suon di impacciati tentativi e risolini nervosi.

Insomma, se il ragazzino non era in sé nulla di speciale, Minho era al contrario straordinario (almeno per come la vedeva lui): carismatico, affascinante e atletico.

Non a caso la loro comitiva di amici gli gravitava attorno come mosche al miele e lui non avrebbe saputo che farsene di Taemin – come era naturale secondo la visione ristretta e un po’ ottusa di un qualsiasi liceale.

Né gli importava dei suoi commenti a fil di labbra, o della sua bravura a “pro evolution soccer” o di tutte quelle volte che Jonghyun aveva esclamato “ma guarda che se lo conosci bene è simpatico!”.

Inoltre non era certo uno stupido: aveva notato il modo in cui il più piccolo lo osservava di tanto in tanto e, sebbene potesse apprezzare il suo buon gusto nell’evitare di comportarsi come una scolaretta, era ovvio come questi si fosse preso una bella cotta per lui.

Taemin era davvero un ragazzo come tutti gli altri, se non un po’ sfigato e gracile, e Minho non avrebbe saputo che farsene di lui.

Però sì, gli piacevano quelle occhiatine rubate che sentiva vagare su di sé.

O is for the Only one I see

Taemin sapeva che l’altro sapeva.

Non era certo il detective L, quindi non risultava poi così difficile intuire le sue emozioni, compresa la colossale cotta che aveva per Choi Minho.

In quanto celebrità della scuola – per quanto cliché possa suonare – questi era convinto di essere perfetto o quasi.

Certo, dire che Taemin lo disdegnasse, lo odiasse o chissà che altro, non sarebbe stato molto onesto.
Ma sempre ad onor del vero, non vedeva nemmeno in lui nulla di speciale: non gli sembrava più bello di altri ragazzi affascinanti, né più atletico di chiunque altro o così simpatico da non poter fare a meno della sua compagnia.

Fatti un paio di conti, non avrebbe saputo dire il perché si fosse preso una cotta; era successo e basta ed era grato per il fatto che non fosse affatto come quelle che si vedono nei film.
Lui si concentrava perfettamente a scuola, faceva quello che doveva fare e non sentiva alcun attacco tachicardico quando il più grande gli rivolgeva la parola. Non arrossiva – non più che con chiunque altro perlomeno-, non si impappinava e non si straziava l’anima nel disperato tentativo di ottenere la sua attenzione.

L’unico fastidioso effetto collaterale era il fatto che non riuscisse a smettere di lanciargli piccole occhiatine ogni volta che erano nella stessa stanza. Non perché la sua vista fosse celestiale o magnetica per lui, ma non poteva fare a meno di chiedersi se fosse arrabbiato o se stesse sorridendo, se fosse sudato e di ritorno da una partita o perfettamente agghindato ed avvolto in tre metri di sciarpa; se stesse litigando con Kibum o ridendo con Jonghyun, se avesse di nuovo le occhiaie oppure se le sue mani si fossero sporcate d’inchiostro prendendo appunti.

Erano piccole stupide curiosità che si ritrovava a saziare prima ancora di rendersene conto e che facevano sì che Minho divenisse l’unica cosa che valeva la pena di cercare con gli occhi.

Ma ciò non gli dispiaceva affatto.

V is Very, very extraordinary

Erano passati i mesi e Taemin non era cambiato di una virgola. L’unica differenza era che ora costituiva una costante nella vita di Minho – quando litigava con Kibum, quando andava a giocare alla play a casa di Jonghyun, quando uscivano tutti insieme la sera.

No, non era cambiato di una virgola e Minho ancora non sapeva cosa farsene.

Anche se doveva concedere a Jonghyun che il piccoletto era in effetti simpatico; e probabilmente avrebbe dovuto dare retta a Kibum quando gli aveva detto che sapeva ballare divinamente.
Poteva anche capire perché Jinki insistesse sempre per averlo in squadra quando facevano i tornei di p.e.s. – non solo perché il maggiore era decisamente negato in materia; e sì, ad essere sinceri quel sorriso che si portava sempre addosso era piuttosto radioso e i suoi risolini nervosi erano diventati buffi, una volta fatta l’abitudine.

Forse era un po’ ignorante, ma non per questo stupido perciò non gli dispiaceva dargli una mano per i test di storia quando glielo chiedeva.
E ne capiva di calcio; ormai era diventata un’abitudine invitarlo a casa per seguire le partite del Barcellona e commentare le scelte tecniche dell’allenatore.

No, Taemin non era decisamente cambiato di una virgola e Minho non sapeva ancora cosa farsene di lui.

Però si era accorto che vi era un qualcosa di segretamente straordinario in ogni cosa che faceva, anche la più stupida.

E is Even more than anyone that you adore can love

Taemin aveva di nuovo avuto la conferma che i film raccontano solo un mucchio di baggianate.

Se quella fosse stata una pellicola romantica, loro si sarebbero ritrovati in una parco di notte o in una frequentata e accogliente caffetteria; e quello sarebbe dovuto essere uno dei momenti più belli della sua vita, e il cuore gli sarebbe dovuto esplodere di gioia e tutta la gente intorno sarebbe dovuta essere invisibile ai loro occhi.

La realtà era invece che sedevano al tavolino di un bar semi-deserto vicino casa sua, che Minho sembrava non sapere bene come muoversi e che lui stava morendo d’imbarazzo, sia per la situazione in sé, sia per la gente che di tanto in tanto passava loro accanto, lanciandogli occhiate curiose.

Tutto sommato, i dieci minuti più imbarazzanti della sua vita e i dieci più brutti della sua giornata.

Se lui fosse stato l’eroina di un film sarebbe stato raggiante, non gli sarebbero tremate le mani dall’agitazione e suoi respiri non avrebbero fatto tremare l’aria davanti a sé.

-Quindi? Vorresti uscire con me?

Se Minho fosse stato il protagonista maschile, a quell’ora sarebbe stato un tremante fascio di nervi che, non sapendo come fare per dichiararsi, avrebbe balbettato qualche sentita confessione d’amore. Non si sarebbe comportato come un amico che ti chiede se vuoi andare con lui al pub.

Ma pellicole e romanzi a parte, Taemin non ci pensò due volte sulla risposta da dare, così come il suo compagno non esitò a sorridere una volta sentitala.

Non gliene fregava nulla del fatto che dopo fossero entrambi troppo a disagio per pensare a cosa dire e fare, finendo per guardare impacciati quella signora che gli era appena passata accanto.

Alla fine, Minho poteva anche essere la celebrità della scuola e avere stuoli di ammiratori, ma era solo un ragazzo come tanti, che si era preso una cotta come tanti e di cui lui si era innamorato.

Probabilmente molto più di quanto qualunque suo ammiratore avesse mai fatto.

Note finali: Hola! :3
Come vi avevo detto, nulla di che^^”
Siccome mi era stato detto che il finale così sembrava un po’ troppo “in sospeso”, ho deciso di fare anche un sequel (“L.O.V.E. was made for me and you). Spero possa piacervi anche quello!
Per il resto, grazie per esservi fermati a leggere! :3

Lascia un commento